CAD, acronimo di “Computer Aided Design”, è il programma che ha rivoluzionato la professione dell’architetto negli ultimi decenni: oggi è impossibile pensare al professionista dell’edilizia slegato da un software di disegno assistito al computer, sia esso 2D o 3D, più o meno completo, complicato o integrato ad altri software.
I programmi CAD a disposizione sono numerosi: sintetizzando enormemente, in un settore in perenne evoluzione, si va dal diffusissimo autocad (il cui formato dwg è diventato un vero e proprio standard), a programmi freeware che lo imitano più o meno felicemente, fino ai più completi programmi o BIM quali archicad, Allplan e revit.
Questi ultimi rappresentano l’ulteriore passo in avanti negli strumenti di lavoro a disposizione: utilizzando un sistema vettoriale, definiscono gli oggetti del disegno finale come elementi a cui associare diverse caratteristiche aggiuntive: non solo linee, punti, curve, ma “muri”, “solai”, “serramenti”, “elementi strutturali”, limitati ad una dimensione in pianta e ad un’altezza, ma anche la possibilità di associarvi ulteriori informazioni, quali ad esempio un materiale di finitura, una caratteristica di resistenza, un costo, una fase di costruzione.
L’oggetto che si viene a costruire avrà quindi, oltre alle informazioni strettamente geometriche, quegli ulteriori dati che potranno essere utili per successivi passaggi e approfondimenti, quali render o computi metrici ed estimativi. Inoltre sarà possibile intervenire nel “modello” creato per ottenere da uno stesso file più viste: sezioni, prospetti, fino a veri e propri render.
Tocca al professionista la scelta dello strumento CAD più adatto, in base alle proprie esigenze e all’uso che intende farne.
I vantaggi di CAD e l’importanza della creatività
Il CAD ha sostituito negli anni il tecnigrafo e il disegno a mano, con indubbi vantaggi e alcuni “contrattempi”.
I vantaggi principali sono sintetizzabili in:
- Rapidità
- Modificabilità
- Precisione
- Verificabilità
- Controllo
Un disegno CAD è infatti relativamante rapido da eseguire (dando per assunta la dimestichezza dell’esecutore con lo strumento), modificabile un numero infinito di volte, con la possibilità di conservare copia delle versioni precedenti. Inoltre un disegno CAD è preciso al millimetro (e anche di più!) ed è controllabile e verificabile in ogni momento.
Il CAD oggi è sicuramente di grande aiuto, anzi, indispensabile il più delle volte. Ma perché sia effettivamente di supporto bisogna saperlo usare, e usarlo bene: la scelta di una serie di impostazioni propedeutiche al disegno, quali layer, stili e formati di stampa, carattere e stili di quota, va fatta in maniera corretta e con criteri collaudati da prove sul campo e soprattutto esperienza. Solo in questo modo la redazione del disegno può procedere in maniera spedita senza ostacoli e rallentamenti dovuti ad “aggiustamenti di tiro” che in fase di lavoro possono risultare veri e propri “intoppi” che rendono il lavoro lungo, dispersivo e terreno fertile per errori e dimenticanze.
L’esperienza in questo caso svolge un ruolo fondamentale.
Inoltre il disegno CAD non può sostituire la “mano” (o la “testa”) del professionista in alcuni passaggi del processo di progettazione: pensiamo alla fase di studio, di schizzo o di creazione di un progetto.
La fase creativa può essere aiutata dal CAD per chiarirsi le idee o verificare proporzioni, misure, geometrie o simmetrie. Ma non si può delegare alla macchina il processo creativo: il CAD non crea, ma parametrizza e permette di verificare rapidamente idee che devono essere già nostre. Il CAD non conosce le proporzioni, anzi, la possibilità di “zoommare” dal grandissimo al piccolissimo spesso annulla pericolosamente il senso di proporzione del reale. Inoltre non ha senso estetico, non sa distinguere ciò che è bello da ciò che non lo è, o la scelta progettuale che funziona meglio. Per queste fasi può essere più utile affidarsi ai provini dei materiali, allo schizzo, alla prospettiva fatta a mano e poi, eventualmente, passare ad elaborazioni grafiche CAD o render di supporto per verificare ed esplicitare meglio idee e scelte che ne conseguono.
In questa ottica il CAD è più utile e da il meglio delle sue possibilità in altri passaggi del processo di progettazione.
Nelle fasi del progetto definitivo e del progetto esecutivo possiamo affermare che il disegno CAD trova il suo impiego ideale, quello più consono alle sue potenzialità.
Il disegno esecutivo in particolare riceve dal CAD un importante contributo: la grande quantità di informazioni che gli elaborati di questo tipo richiedono può trovare con il CAD il giusto sistema per essere esplicitata e ordinata in disegni di piante, prospetti, sezioni e dettagli alle diverse scale, fino alla scala 1:1, con grafica appropriata e di qualità collaudata, che li renda chiari, leggibili e immediatamente comprensibili non solo ai colleghi architetti ma, soprattutto, da chi si occuperà della realizzazione materiale del progetto in cantiere.
Anche nell’utilizzo di software BIM il CAD trova utilità, ad esempio nello sviluppo di elementi di dettaglio.
L’obiettivo di chi si occupa dell’elaborazione di grafici propri della fase di progetto esecutivo deve essere innanzitutto la chiara trasmissione delle informazioni puntando a
- Completezza
- Chiarezza
- Facilità di lettura
Il fine ultimo del disegno esecutivo, e linea guida di chi, come Collettivo4 Outsourcing, ne ha fatto la sua specialità , deve essere infatti quello di “parlare da solo”, senza ulteriori spiegazioni o commenti da parte di chi lo ha redatto il disegno CAD, esplicitando le scelte progettuali e mettendole a disposizione di tutte le figure professionali che concorrono alla definizione di un edificio nelle sue caratteristiche (strutturisti, impiantisti, decoratori) e di tutte le maestranze che operano in cantiere e che dovranno trasformare, non dimentichiamolo mai, il disegno CAD in uno spazio reale.